Il padre non può vedere la figlia? Lo risarcisce lo Stato

Se il padre non può vedere la figlia per anni a causa dell’opposizione dell’ex moglie, secondo la sentenza del 5 dicembre 2019 della Corte europea sarà lo Stato italiano a risarcire 23mila euro al padre ricorrente, non avendo garantito i suoi diritti.

Il padre non può vedere la figlia? Lo risarcisce lo Stato

Il padre non può vedere la figlia e si rivolge alla Corte Europea

Questa potrebbe essere la normale vicenda di una separazione di due coniugi, con difficoltà ad accordarsi sulle visite del padre alla figlia. Ma, a differenza di come spesso succede, durante i diversi gradi di giudizio lo Stato italiano in questo caso non ha adottato le misure idonee per creare le condizioni necessarie per la piena realizzazione del diritto di visita del padre della minore.

Separati dal 2009

Il padre, un 46enne della provincia di Venezia, si separa dalla moglie nel 2009: in seguito alla separazione la donna, insieme alla figlia che allora aveva solo 3 mesi, si trasferisce in provincia di Pavia, rendendo molto difficoltoso, non solo per la lontananza geografica, il diritto di visita del padre.

Fin da subito l’uomo manifesta al Tribunale territoriale difficoltà ad esercitare il proprio diritto ad incontrare la figlia, ma nel 2014 il Tribunale decide per l’affidamento esclusivo della bambina alla madre.

Nel corso dei mesi successivi la donna viene più volte ammonita dai giudici affinché rispetti il diritto di visita del padre, ma nulla sembra cambiare.

Nel 2015 arriva la custodia congiunta, ma non funziona

Nel 2015, in seguito al continuo mancato rispetto della madre dei patti stabiliti, il Tribunale dispone la custodia congiunta della figlia, ma nulla di tutti questi provvedimenti hanno in alcun modo effetto, tanto che i servizi sociali nel 2017 segnalano ufficialmente le manipolazioni della madre nei confronti della piccola, volte a aizzarla contro il padre.

Nel 2018 la bimba veniva quindi affidata ai servizi sociali, ma nel frattempo, a distanza di quasi 10 anni dalle prime segnalazioni effettuate dal padre, l’uomo si è ormai rivolto alla Corte europea per ottenere giustizia.

La decisione della Corte Europea

Ha ragione il padre: questo quando in sostanza affermato dalla Corte Europea. Lo Stato italiano avrebbe dovuto tutelare il padre ed i diritti a lui attribuibili in quanto tale.

I giudici di Strasburgo hanno riconosciuto che la lesione del diritto genitoriale del padre sia stata soprattutto imputabile all’evidente rifiuto della madre, ma ciò non avrebbe dovuto dispensare le autorità competenti dal mettere in atto tutti i mezzi che possano permettere il mantenimento del legame familiare.

A parere della Corte Europea, invece, i magistrati italiani non hanno adottato le misure concrete e utili per tutelare il padre, tollerando per circa otto anni che la madre, con il suo comportamento, impedisse all’uomo di instaurasse una vera e propria relazione tra con la figlia.

Per questo motivo il ricorrente ha diritto ad un risarcimento di 13mila euro per il danno morale – a fronte dei 150mila richiesti – in aggiunta ai 10mila euro per le spese legali sostenute nei diversi gradi di giudizio.

Un risarcimento che a nostro avviso sembra più simbolico che concreto, considerando che per non aver potuto vedere la figlia per quasi 10 anni e non aver potuto instaurare con lei una relazione affettiva al padre vengono riconosciuti circa 1.300 euro l’anno, una cifra quasi irrisoria rispetto al peso di questa privazione.

Ciò non toglie l’importanza di questa sentenza esemplare, che richiama all’ordine uno Stato, ricordandogli il proprio dovere di garante dei diritti. 

studio legale zambonin

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