Come cambiano le regole europee sul trasporto degli animali vivi  

Lentamente qualcosa si muove: dopo anni passati a chiedere maggiori tutele e regole per il trasporto di animali vivi e per quelli allevati, ora la Commissione Europea ha presentato un pacchetto di norme sul benessere animale, con l’intento di garantire più protezione e cura agli animali sul territorio comunitario. Per le associazioni animaliste, però, ancora non basta.

Benessere animale e trasporto animali vivi: cosa prevedono le nuove regole

Le nuove regole disposte dall’Ue andranno a modificare una legislazione vecchia di oltre due decenni, che si occupa del trasporto di animali vivi, tra cui anche quelli da compagnia. Lo scopo primario della normativa proposta è quello di:

  • Limitare i tempi di trasporto degli animali vivi: basta viaggi interminabili di giorni senza possibilità di muoversi;
  • Prevedere pause che consentano agli animali di scendere dal veicolo e muoversi durante i viaggi più lunghi. Inoltre, dovrà essere loro consentito di bere, mangiare e riposarsi;
  • Aumentare lo spazio minimo previsto per ciascun animale sul mezzo di trasporto;
  • Vietare il trasporto di animali vivi con temperature estreme (sia calde che fredde). Saranno previsti viaggi esclusivamente durante le ore notturne quando le temperature supereranno i 30° e, quando saranno inferiori a 0°, i veicoli dovranno essere coperti e sarà necessario controllare la circolazione dell’aria. Se le temperature saranno inferiore ai -5°, in aggiunta a quanto appena esposto, il viaggio dovrà durare massimo 9 ore.

Per gli animali da macello e alcuni animali più vulnerabili (quali ad esempio i vitelli non svezzati e gli animali gravidi) saranno previste norme speciali.

Sono poi previsti maggiori controlli non solo all’interno dell’Unione ma anche nei paesi terzi che desiderano importare o esportare dall’Europa, così da soddisfare gli standard previsti.

Allevamento cani e gatti: regole speciali

In Europa gli standard previsti per l’allevamento professionale riguardanti la detenzione e la vendita di animali da compagnia, cani e gatti in particolare, sono molto differenti tra gli Stati membri. Il commercio illegale di questi animali, inoltre, è un fenomeno tristemente diffuso, che è purtroppo in costante crescita grazie alle vendite online che continuano a prendere piede, anche in Italia.

Ciò che la proposta del nuovo regolamento sul benessere animale europeo mira a raggiungere non è di modificare le norme a cui devono attenersi i proprietari di animali domestici, ma uniformare le regole circa l’allevamento di cani e gatti e le condizioni in cui questi vivono in allevamento, negozi di animali e rifugi. Per questo motivo sono stati previsti standard minimi per l’allevamento, la cura, l’alloggio e il trattamento di questi animali da compagnia che dovranno essere i medesimi in tutta l’UE.

Per raggiungere questo ambizioso obiettivo l’Ue ha previsto maggiori controlli anche automatizzati per verificare le vendite online, l’allevamento e il commercio degli animali, con un sistema di tracciabilità per i venditori.

Proposta insufficiente per le associazioni animaliste

Per quanto la proposta europea sia migliorativa delle condizioni animali, in una nota congiunta diffusa nei giorni scorsi diverse associazioni animaliste (Animal Equality, Animal Law Italia, CIWF Italia, Essere Animali e LAV) hanno affermato che “La proposta della Commissione si rivela ampiamente insufficiente, pur prevedendo requisiti più severi, in una certa misura, per il trasporto di animali, come l’introduzione di limiti più stringenti per la durata di alcuni tempi di viaggio, per esempio verso il macello, e per il trasporto di animali vulnerabili, ad esempio animali in stato avanzato di gravidanza e giovani vitelli. […] La proposta, infatti, non pone limiti ai viaggi via mare, istituisce limiti inadeguati per le temperature durante i viaggi e contiene lacune create da definizioni carenti o specie mancanti, ad esempio per gli agnelli trasportati su lunghe distanze. Disposizioni che non bastano, secondo le associazioni, a prevenire le peggiori crudeltà patite dagli animali durante il loro trasporto, e inefficaci a ridurne la sofferenza”. “La proposta di legge dell’UE sul trasporto di animali lascia ancora molto a desiderare, perché non basterà a mettere fine alle sofferenze dei milioni di animali trasportati ogni anno per lunghi viaggi all’interno dell’UE e verso Paesi terzi. Governi da tutto il mondo si stanno muovendo verso il divieto di esportazione di animali vivi. Paesi come Germania, Lussemburgo e Nuova Zelanda hanno già imposto restrizioni e, si spera, presto li seguiranno anche Regno Unito e Australia”.

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