Riprendere i subacquei è legale? Quando serve il consenso per foto e video sott’acqua

Durante un’immersione è facile imbattersi in qualcuno con una videocamera accesa. Magari sta filmando la discesa del gruppo, oppure riprende la barriera corallina e finisce per immortalare anche te, con maschera ed erogatore ben visibili.

Tornati a casa, quel video finisce su Instagram o YouTube. Ma tutto questo è davvero lecito?

In un’epoca in cui ogni esperienza viene documentata e condivisa, è fondamentale capire quando serve il consenso per utilizzare le immagini riprese sott’acqua. E quali sono i rischi legali concreti per chi ignora le regole.

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Il diritto all’immagine vale anche in immersione

In Italia, l’articolo 10 del Codice Civile e gli articoli 96 e 97 della Legge sul diritto d’autore stabiliscono una regola chiara: non si può pubblicare l’immagine di una persona senza il suo consenso.

Questo vale anche sott’acqua. Se un sub è riconoscibile – anche solo dal viso, dall’attrezzatura personalizzata o dal contesto – non si può usare la sua immagine pubblicamente senza il suo permesso.

Il fatto che ci si trovi in un ambiente ricreativo o sportivo non cambia la sostanza: essere ripresi non equivale ad autorizzare la diffusione di quei contenuti.

Chi riprende ha delle responsabilità

Sempre più diving center propongono il servizio video come parte dell’esperienza, oppure collaborano con videomaker professionisti. In questi casi, la responsabilità è doppia:

  • Il diving deve informare preventivamente i partecipanti che saranno ripresi e chiedere un consenso, meglio se scritto.
  • Il videomaker deve utilizzare i contenuti solo per lo scopo pattuito, ad esempio uso personale, social, promozione del diving center.

È buona prassi includere una liberatoria specifica già nella documentazione pre-immersione. È uno strumento semplice, ma prezioso per tutelare tutte le parti coinvolte.

Posso pubblicare sui social ciò che ho ripreso?

Sì, ma con attenzione. Anche se l’uso non è commerciale, chi è presente nelle immagini ha il diritto di opporsi alla pubblicazione se non ha dato il consenso.

  • Ecco alcune situazioni che possono creare problemi:
  • Hai taggato una persona senza aver chiesto il permesso
  • Hai condiviso un video dove qualcuno è ben riconoscibile
  • Hai diffuso immagini di gruppo in cui alcuni partecipanti non erano a conoscenza delle riprese

In questi casi, la persona ritratta può chiederti di rimuovere il contenuto e, in casi estremi, può agire legalmente.

E se il sub ripreso è un minore?

Qui le regole si fanno più rigide. Quando nelle immagini compaiono bambini o adolescenti, serve l’autorizzazione scritta di entrambi i genitori o del tutore legale.

Anche se le immagini sono usate solo a fini didattici o interni (per esempio un video ricordo del corso Junior Open Water), è fondamentale:

  • Chiedere un consenso esplicito
  • Limitare la diffusione dei contenuti
  • Non pubblicare nulla online senza autorizzazione chiara

Questo vale in modo particolare per chi organizza corsi, campi estivi o attività family legate alla subacquea.

Rispetto prima di tutto

Riprendere e condividere immagini subacquee è diventato facilissimo. Ma la facilità non deve farci dimenticare il rispetto per la privacy degli altri.

Prima di pubblicare contenuti in cui appaiono altri sub:

  • Chiedi sempre il permesso, soprattutto se sono riconoscibili
  • Se sei un diving center, prepara una liberatoria da far firmare
  • Con i minori, non improvvisare: servono autorizzazioni scritte

E se hai dei dubbi, meglio non pubblicare. È un gesto semplice che evita spiacevoli conseguenze legali.

Il nostro studio legale è a disposizione per fornire chiarimenti o supporto legale a subacquei, diving center, istruttori e operatori del settore che desiderano tutelarsi nella gestione di contenuti video e fotografici. Possiamo fornirti anche un modello gratuito di liberatoria specifica per le attività subacquee.

studio legale zambonin

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