TAR Lazio: imposte campagne informative sui rischi della salute legate alla telefonia mobile

Esiste un’App che indica il tempo medio giornaliero e settimanale che impieghiamo sul telefono. Inutile dichiarare che sia sempre e comunque troppo rispetto a quello di cui realmente necessitiamo. Per questo motivo, il Tar del Lazio ha ordinato ai ministri dell’Ambiente, della Salute e dell’Istruzione di adottare una campagna informativa sui rischi derivanti dall’uso degli apparecchi di telefonia mobile.

I rischi derivanti dall’utilizzo improprio degli smartphone: la denuncia del TAR del Lazio

campagne informative

La sentenza n. 500/2019 parte da un ricorso proposto dall’Associazione per la prevenzione e la lotta all’elettrosmog, contro il Ministero della Salute; dello sviluppo economico; dell’istruzione; dell’università e della ricerca; dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.

L’associazione per la prevenzione e la lotta all’elettrosmog si è rivolta alle autorità a causa dell’inerzia dei dicasteri in relazione a un atto di diffida del 28 giugno 2017, formulato dall’associazione e diretto a promuovere l’adozione di tutti i provvedimenti finalizzati all’informazione capillare della popolazione, compresa la fascia dei soggetti più a rischio sui rischi a breve e lungo termine per la salute, dovuti all’uso dei telefoni mobili e sulle indispensabili misure cautelative da adottare durante il loro utilizzo.

Il T.A.R. ha dichiarato fondata la domanda riguardante il mancato avvio da parte dei Ministeri competenti di una campagna informativa, rivolta all’intera popolazione, con l’obiettivo di indicare le modalità d’uso ed i connessi rischi per la salute e per l’ambiente connessi all’uso degli apparecchi di telefonia mobile.

L’obbligo di informazione: la funzione

L’associazione ricorrente individua il fondamento giuridico della richiesta nell’art. 10 della L. 36/2001 (legge quadro sulla protezione delle esposizioni a campo elettrici, magnetici e elettromagnetici) a norma del quale i dicasteri dell’Ambiente, della salute e dell’Istruzione avrebbero dovuto promuovere lo svolgimento di campagne di informazione e di educazione ambientale ai sensi della legge n. 349/1986.

Le campagne informative sono rivolte a una pluralità di soggetti che trovano il fondamento giuridico in norme di rango legislativo e presuppongono lo svolgimento di un’attività istruttoria finalizzata all’individuazione dei rischi connessi all’esposizione del corpo umano a campi elettromagnetici e all’individuazione delle precauzioni da adottare per limitarne gli effetti potenzialmente nocivi per la salute.

Le campagne informative, così come previste dalla norma, hanno lo scopo di sensibilizzare gli utenti in merito ad un uso più consapevole degli apparecchi della telefonia mobile per salvaguardare il diritto alla salute, diritto costituzionalmente tutelato (art. 32 Cost. «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge»).

I rischi accertati negli anni

A fondamento della propria legittimazione ad agire, l’associazione ricorda come già nel 2012 il Ministero della Salute evidenziava che “il tema dei possibili rischi per la salute conseguenti all’uso del cellulare fosse sotto la sua costante attenzione, in particolare a seguito della classificazione stabilita dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro nel 2011, di agente possibilmente cancerogeno per l’uomo (categoria 2B) per i campi elettromagnetici in radiofrequenza”. Anche il consiglio Superiore di Sanità, nel 2011, tenendo conto della posizione assunto dall’Istituto Superiore di Sanità “ha rilevato che allo stato delle conoscenze scientifiche non è dimostrato alcun nesso di causalità tra esposizione a radiofrequenze e patologie tumorali, rimarcando tuttavia come l’ipotesi di un rapporto causale non possa essere del tutto esclusa in relazione ad un uso molto intenso del telefono cellulare”.

Il Consiglio Superiore di Sanità, nello stesso anno, aveva anche raccomandato “di mantenere vivo l’interesse della ricerca e della sorveglianza sul tema, in attesa che le nuove conoscenze risolvano le attuali aree di incertezza, suggerendo nel contempo l’avvio di una campagna d’informazione al pubblico al fine di promuovere e incoraggiare un uso responsabile del telefono, soprattutto in relazione ai bambini, che tendono ad essere avvicinati all’uso del telefono cellulare in età sempre più precoce”.

Il ministero aveva confermato che la campagna di informazione era in fase di preparazione ma, trascorso questo enorme lasso di tempo, il T.A.R. non può che rilevare l’assegna della necessaria campagna informativa.

Il Tribunale assegna 6 mesi di tempo per informare sui rischi

Il Tribunale ha dichiarato l’obbligo per i ministeri sopra citati, ciascuno per il proprio ambito di competenza, di provvedere all’attuazione di quanto disposto dall’art. 10 della l.n. 36/2001. Il Tribunale impone di adottare una campagna informativa, rivolta all’intera popolazione, avente ad oggetto l’individuazione delle corrette modalità d’uso degli apparecchi di telefonia mobile e l’informazione dei rischi per la salute e per l’ambiente connessi ad un uso improprio di questi apparecchi.

 

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