Cashback, arrivano i controlli e gli stop per i “furbetti”

I mesi sono passati velocemente e siamo già a giugno: l’estate bussa alla porta assieme alla voglia di ferie ma quest’anno, per la prima volta, non sono da sole: con loro c’è anche il termine per il cashback. Mancano pochi giorni per poter consumare, acquistare, spendere (anche con cifre di poco conto) riuscendo a scalare la classifica di chi effettua più transazioni economiche con la propria carta. Pochi giorni per vincere e ottenere 1.500 euro entro la fine di agosto, assieme al rimborso del 10% sulle spese effettuate.

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Il cashback: che cos’è e perché è stato istituito

Come si legge sul sito del Governo il cashback “nasce con l’obiettivo di incentivare l’utilizzo di carte e applicazioni di pagamento, carte di credito e debito per favorire lo sviluppo di un sistema di transazioni digitale, sicuro, semplice e trasparente”.

Attraverso il programma, valido dal 1° gennaio 2021 al 30 giugno 2022, e previa iscrizione, è possibile ottenere un rimborso in denaro per acquisti effettuati a titolo privato (cioè non per uso professionale), sul territorio nazionale, con strumenti di pagamento elettronici, a fronte di un numero minimo di 50 transazioni valide in un semestre.

Vengono conteggiati i pagamenti fatti presso i punti vendita fisici o verso artigiani e professionisti (idraulici, elettricisti, medici, avvocati ecc.), che siano dotati di un dispositivo di accettazione dei pagamenti elettronici come il Pos, che consenta la partecipazione al programma. Sono esclusi gli acquisti online.

Il rimborso previsto è pari al 10% dell’importo di ogni transazione, calcolato sulla base del valore complessivo dei pagamenti effettuati durante il semestre. Non è fissato un importo minimo di spesa: concorrono al raggiungimento della quota minima i pagamenti di qualsiasi entità.

Le transazioni di importo superiore a 150 euro concorrono, ai fini della partecipazione al programma, fino all’importo massimo complessivo di 150 euro. Per ogni singola transazione, quindi, il limite di rimborso ottenibile è pari a 15 euro. In ogni caso la quantificazione del rimborso è determinata su un valore complessivo delle transazioni mai superiore a 1.500 euro nel singolo semestre.

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Troppi furbetti del cashback, arrivano i controlli

Le notizie di cronaca di questi ultimi mesi, però, hanno raccontato di diversi “furbetti del cashback” che, pur di aumentare il numero di transazioni eseguite, nel corso del tempo hanno effettuato micro pagamenti (alcuni di neppure 1 euro).

Non essendo mai stato indicato un importo minimo sopra il quale la transazione sarebbe stata valida, in molti hanno giocato a ribasso. Per fermare questi comportamenti, che chiaramente non raggiungono lo scopo di incentivare l’economia, è stato ora disposto che le operazioni minime ripetute e sospette vengano individuate dagli algoritmi che gestiscono il flusso di dati in entrata sull’App Io, sulla quale arrivano tutti i pagamenti della carta collegata.

L’avviso del Mef (Ministero dell’economia e delle finanze) viene inoltrato tramite PagoPa e arriverà direttamente sullo smartphone legato alla carta con un messaggio che segnalerà l’avvio di una verifica delle transazioni anomale.

Nello specifico il messaggio evidenzierà le “transazioni ricorrenti di importo irrisorio, effettuate in numero elevato presso lo stesso esercente”: queste mini transazioni non verranno considerate valide per il rimborso e non verranno conteggiate dal sistema. Oltre a questa conseguenza c’è anche quella di una possibile esclusione del “furbetto” dalla classifica del cashback.

Possibilità di “appello”

Una volta ricevuto il messaggio sul proprio telefono, l’acquirente avrà la possibilità di spiegare l’effettivo oggetto della spesa effettuata compilando un modulo online entro 7 giorni dalla ricezione del messaggio. Nel caso una spiegazione valida ci sia, le transazioni torneranno ad essere conteggiate sull’App Io e saranno valide per il cashback.

studio legale zambonin

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