Malattia e visite fiscali: rivoluzionaria sentenza del Tar cambia gli orari

Una recente decisione del Tar del Lazio rischia di cambiare le carte sul tavolo in tema di malattia e visite fiscali, avendo riconosciuto un trattamento diseguale tra dipendenti pubblici e privati.

Nello specifico, per quanto riguarda le ore che i dipendenti in malattia devono passare nella propria residenza per farsi trovare in caso di visita medica, il Tar ha stabilito un importante principio capace di modificare le tabelle orarie da rispettare: vediamo insieme di cosa si tratta.

Malattia e visite fiscali: cosa prevede l’attuale normativa

Ad oggi, la normativa relativa a malattia e visite fiscali che si applica è il decreto Madia – Poletti. Entrato in vigore nel 2017 (n. 206/2017), questo decreto individua le fasce orarie di reperibilità stabilendo che i lavoratori possano essere sottoposti ai controlli anche durante i giorni non lavorativi o festivi per tutta la durata della malattia. La normativa, tuttavia, ad oggi prevede una differenza tra dipendenti pubblici e privati sotto il profilo delle ore, che proprio con la pronuncia del Tar viene messa in discussione. In particolare, il decreto Madia-Poletti stabilisce che i dipendenti pubblici debbano essere reperibili:

  • Dalle ore 09.00 alle ore 13.00;
  • Dalle ore 15.00 alle ore 18.00

Per un totale di sette ore giornaliere.

Differentemente, i dipendenti privati devono essere reperibili:

  • Dalle ore 10.00 alle ore 13.00;
  • Dalle ore 17.00 alle ore 19.00.

Per un totale di quattro ore giornaliere.

Una differenza di trattamento che, per stessa ammissione del Tar, è «decisamente più penalizzante per i dipendenti pubblici».

Sentenza Tar: cosa dice circa malattia e visite fiscali

La richiesta al Tar del Lazio di esaminare la spinosa questione è giunta da un sindacato di polizia penitenziaria, il quale richiedeva un intervento circa la differenza di trattamento cui sono sottoposti i dipendenti: avvantaggiati se privati e maggiormente svantaggiati se pubblici, questi ultimi “costretti” a stare in casa per più ore senza poter uscire in quanto sottoposti a fasce di reperibilità più lunghe.

Il ricorso è stato così accolto dai giudici del Tar, i quali hanno riconosciuto una violazione dell’art. 3 della Costituzione, il quale stabilisce l’uguaglianza di tutti i cittadini dinanzi alla legge, senza alcuna distinzione. I giudici laziali non sono stati in grado di negare la differenza di trattamento, riconoscendo quale penalizzante quella applicata ai dipendenti pubblici, basata su una mera differenza contrattuale.

Inoltre, specifica il Tar, il rischio è che i lavoratori – proprio in virtù della differenza di trattamento – decidano di non usufruire più dell’indennità garantita dalla legge per la malattia, andando così a minare persino il diritto alla salute sancito dall’art. 32 della nostra carta costituente.

Cosa cambia dopo la sentenza del Tar?

La decisione del Tar fa da apripista per tutti i futuri atti amministrativi (che devono adeguarsi al principio enunciato dai giudici laziali), in questo caso modificando la disciplina sulle visite fiscali, che dovranno dunque essere le medesime per dipendenti pubblici e privati.

Su come esattamente si evolverà la situazione è ancora presto per dare una risposta definitiva: il Consiglio di Stato, infatti, potrebbe doversi esprimere sulla questione se qualcuno dovesse presentare un ricorso.

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