Per il Tar il lavoratore sospeso No vax ha diritto a ricevere metà dello stipendio

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio ha accolto la richiesta di un Assistente Capo di Polizia Penitenziaria no vax che chiedeva di ricevere almeno metà dello stipendio, sospeso come da normativa vigente, essendosi rifiutato di sottoporsi alla profilassi vaccinale anti Covid. La normativa prevede che i lavoratori sprovvisti di Super Green pass (il certificato verde che viene rilasciato solo alle persone vaccinate o a coloro che sono di recente guarite dal virus) debbano restare a casa dal lavoro con stipendio sospeso.

Per il Tar il lavoratore sospeso No vax ha diritto a ricevere metà dello stipendio

Chiesto un bilanciamento tra la tutela della salute e l’assicurazione di un sostegno economico vitale

Il ricorso chiedeva al Tribunale amministrativo laziale di approfondire e indagare meglio i profili di un “doveroso bilanciamento di valori costituzionali tra la tutela della salute come interesse collettivo – cui è funzionalizzato l’obbligo vaccinale – e l’assicurazione di un sostegno economico vitale – idoneo a sopperire alle esigenze essenziali di vita, nel caso di sospensione dell’attività di servizio per mancata sottoposizione alla somministrazione delle dosi e successivi richiami – tenuto conto che la sospensione è dichiaratamente di natura non disciplinare e implica la privazione integrale del trattamento retributivo”.

Il Tar accoglie la richiesta, sì a metà dello stipendio al lavoratore No vax

I giudici amministrativi regionali accolgono l’istanza cautelare disponendo “che al ricorrente sia corrisposto un assegno alimentare pari alla metà del trattamento retributivo di attività, confermando il decreto monocratico del 27/01/2022 n. 544, nei sensi indicati.”

Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio quindi con sentenza n. 1234/2022 accoglie l’istanza cautelare e fissa per la trattazione di merito del ricorso l’udienza pubblica del 6 maggio 2022.

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