Pulizie condominiali in nero? Attenzione alle sanzioni per i condomini

Abiti in un condominio e all’ultima riunione condominiale, nonostante la tua opposizione, si è deciso di far fare le pulizie condominiali in nero? Questo allora è l’articolo giusto per te: forse i tuoi vicini non lo sanno ma, nel caso di un controllo, la multa che tutti dovreste pagare sarebbe cara e salata. Tanto che forse è meglio ripensarci e contattare qualcuno da assumere regolarmente….

Pulizie condominiali in nero: cosa prevedere la legge

Se per risparmiare il tuo condominio ha deciso di accantonare l’idea di un regolare contratto e di assumere una o più persone in nero affinché puliscano le scale è bene sapere innanzitutto che tale decisione è illegale, essendo contraria alla legge. Oltre al fatto che non esistono casi in cui il datore di lavoro può assumere senza contratto, per quanto riguarda i condomìni vige uno specifico obbligo di trasparenza e tracciabilità, tale per cui è necessario avere tutto tracciato e scritto al fine di garantire la trasparenza dei pagamenti e dell’amministrazione condominiale. I pagamenti effettuati, dunque, devono essere tutti tracciati: ma come si possono tracciare dei pagamenti in nero? Non si può.

Oltre all’obbligo di tracciabilità, la Legge finanziaria del 2017 (n. 232/2016) vieta espressamente ai condomini di pagare in contanti le prestazioni dei servizi, come possono essere la pulizia delle scale. Per le pulizie condominiali, infatti, i metodi di pagamento consentiti sono bonifico, assegno, assegno circolare o pagamenti con carte di credito/debito o prepagate. Il sol fatto di non rispettare questa specifica previsione normativa può costare al condominio una sanzione pari a 3.000 euro.

Pulizie condominiali in nero: cosa si rischia

Il condominio che ottiene delle prestazioni per le pulizie condominiali (siano esse regolari o meno) risulta essere a tutti gli effetti datore di lavoro, motivo per cui si applica la normativa del D.Lgs. n. 152/2015 che dispone le sanzioni per i datori di lavoro che assumono senza un regolare contratto.

Nello specifico la legge prevede che il datore di lavoro debba pagare una sanzione differente a seconda del numero di giorni di servizio del dipendente in nero (sanzione che viene applicata per ciascun dipendente e che non può essere cumulativa):

  • Da 1.800 a 10.800 euro per servizio prestato fino a 30 giorni;
  • Da 3.600 a 21.600 euro per servizio prestato da 31 fino a 60 giorni;
  • Da 7.200 a 43.200 euro per servizio prestato oltre i 60 giorni.

A tutto ciò si aggiunge la sanzione da 3mila euro nel caso in cui sia stato assunto senza contratto un soggetto avente attività d’impresa (che quindi per arrotondare magari preferisce la bustarella a un contratto regolare), oppure le sanzioni previste dalla l. n. 82/1994 per chi commissiona lavori di pulizie a imprese non abilitate.

In generale si parla di sanzioni assai salate che dovranno essere pagate anche dai condomini. Infatti, nonostante il condominio sia rappresentato dall’amministratore condominiale, anche i condomini stessi (proprietari di casa) sono ritenuti responsabili, avendo diritto ad accedere alla rendicontazione ed avendo essi stessi approvato le pulizie in nero.

La sanzione, dunque, verrebbe suddivisa equamente tra i condomini, andando a pesare sulle casse familiari ben più di quanto avrebbe fatto contrattualizzare l’impresa di pulizie.

Discorso differente è fatto per gli inquilini in affitto che, com’è noto, non hanno responsabilità in merito, essendo quest’ultima in capo al locatario.

Prima di pensare di risparmiare pagando in nero chi fa le pulizie condominiali, quindi, è meglio essere a conoscenza di cosa si rischia davvero… così da poter cambiare idea prima di commettere un azzardato illecito.

studio legale zambonin

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