Stop ai voli brevi: cosa prevede la legge francese e cosa potrebbe accadere in Italia

Negli ultimi anni, la questione ambientale ha avuto un impatto crescente sulle scelte legislative in materia di trasporti e turismo. La Francia ha fatto da apripista in Europa con una norma che vieta alcuni voli a corto raggio sul proprio territorio, quando esiste un’alternativa ferroviaria efficiente e inferiore a 2 ore e 30 minuti.

stop voli brevi

La legge francese: contenuto e obiettivi

La norma è contenuta nella legge “Climat et Résilience”, approvata nel 2021 ed entrata in vigore nel 2023. Secondo quanto previsto, i voli interni tra due città francesi vengono vietati se:

  • la stessa tratta è percorribile in treno in meno di 2 ore e 30 minuti;
  • esistono collegamenti ferroviari frequenti e affidabili;
  • non si tratta di voli in connessione (es. coincidenze internazionali).

L’obiettivo dichiarato è ridurre le emissioni di CO₂ derivanti dal traffico aereo, promuovendo una mobilità più sostenibile.

Le tratte interessate in Francia

I voli già cancellati includono:

  • Parigi Orly – Bordeaux
  • Parigi Orly – Nantes
  • Parigi Orly – Lione

Inizialmente si prevedeva un impatto più ampio, ma le limitazioni sono state circoscritte per evitare di danneggiare il sistema aeroportuale.

Posizione dell’Unione Europea

La Commissione Europea ha approvato la misura francese, a patto che non violi la libertà di concorrenza prevista dal diritto UE. La decisione ha creato un precedente importante e potrebbe ispirare altri Stati membri.

Scenario italiano: si può fare?

In Italia, un provvedimento simile solleverebbe diverse questioni:

  • Concorrenza: limitare alcune rotte potrebbe ledere gli interessi delle compagnie aeree.
  • Territorio: molte città italiane non sono ancora collegate da treni ad alta velocità.
  • Domanda turistica: il turismo interno e incoming potrebbe essere penalizzato se non supportato da alternative valide.

Secondo uno studio dell’Osservatorio Nazionale sulla Sharing Mobility, in Italia le tratte Roma–Napoli, Roma–Firenze e Milano–Bologna potrebbero rientrare nei criteri francesi, ma solo parzialmente.

Implicazioni per i viaggiatori e tour operator

Un eventuale divieto potrebbe avere impatti positivi sull’ambiente ma generare:

  • aumento dei tempi di viaggio;
  • minore flessibilità negli orari;
  • necessità di riorganizzare pacchetti turistici già consolidati.

Per i viaggiatori, sarebbe necessario un cambiamento culturale: privilegiare il treno rispetto all’aereo anche per ragioni ambientali. Per i tour operator, invece, sarebbe fondamentale aggiornare le offerte e ridefinire i tempi di trasferimento nei pacchetti.

La legge francese rappresenta un caso interessante di come il diritto possa orientare le scelte di viaggio verso modelli più sostenibili. Anche se in Italia non è ancora in discussione un provvedimento simile, l’evoluzione della normativa europea potrebbe accelerare il dibattito nei prossimi anni. È il momento per operatori e turisti di iniziare a ripensare la mobilità in chiave ecologica.

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