Stop al mantenimento dei figli adulti

Per quanto tempo un genitore è obbligato a mantenere la prole? È giusto dover continuare a pagare un figlio di quasi trent’anni che non studia e non lavora? Secondo la Cassazione a un certo punto della vita del figlio è corretto che i genitori gli lascino “dispiegare il volo” tagliando i fondi.

La Cassazione sul mantenimento di figli adulti

Il caso è approdato in Cassazione su ricorso di un padre il cui intento era quello di smettere di mantenere la figlia ormai “grande e vaccinata”, di quasi 30 anni, a propria volta già madre, con solo la licenzia media in mano e priva di un impiego. Nello specifico, il padre si era rivolto ai giudici affinché revocassero l’obbligo all’assegno di mantenimento disposto anni prima in sede di divorzio a favore della figlia.

Durante il procedimento è emerso che la donna nel corso degli anni aveva trovato solamente lavoretti saltuari che non le avevano permesso di mantenersi ed essere autonoma. Ma il fatto che la figlia quasi 30enne abbia avuto una bambina, che viva ancora assieme all’ex moglie del ricorrente e che non sia economicamente indipendente non significa che il padre debba ancora provvedere a lei.

La richiesta del ricorrente viene accolta dalla Cassazione, che ricorda che il mantenimento dei genitori non deve prolungarsi per sempre. Per escludere i mantenimento del figlio (ampiamente) maggiorenne e non autosufficiente la Cassazione ricorda che è necessario valutare:

  • la sua età,
  • il raggiungimento di competenze tecniche professionali,
  • l’impegno a trovare un’occupazione nel caso in cui sia disoccupato.

Tutti elementi che, in questo caso, spingono i giudici di legittimità a ritenere consona la richiesta del ricorrente di revocare il mantenimento alla propria figlia ormai adulta. L’unico obbligo che permane in capo al padre e, in generale, ai genitori, in situazioni come queste è quella di un sostentamento alimentare.

Lo Stato deve aiutare gli adulti in difficoltà

Con l’ordinanza n. 29264/2022 la Corte ha evidenziato che è compito della figlia, raggiunta una certa età ma non ancora l’indipendenza economica a causa di una propria mancanza (in questo caso l’incapacità di trovarsi un impiego), attivarsi al fine di chiedere un sostegno sociale. Spetta allo Stato, infatti, farsi carico degli individui adulti in difficoltà, non più dei genitori, per i quali l’obbligo di mantenimento non è a tempo indeterminato.

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