Test sierologici ai dipendenti: il datore di lavoro può farli?

Vediamo quali condizioni devono sussistere perché un datore di lavoro possa far fare i test sierologici ai dipendenti.

test sierologici ai dipendenti

Quando il datore di lavoro può pretendere di effettuare test sierologici ai dipendenti?

Ai sensi dell’art. 2087 c.c. nonché del D.L. 81/2008 il datore di lavoro, in quanto titolare dell’obbligo di garanzia e tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, è tenuto “ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo le particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”.

L’utilizzo dei test sierologici potrebbe aiutare i datori di lavoro ad intercettare i soggetti portatori del virus, bloccandone l’ingresso in azienda e prevenendo così il rischio di contagio.

Dal punto di vista giuridico, però, bisogna ricordare che l’art.5 dello Statuto dei Lavoratori preclude al datore di lavoro di accertare direttamente lo stato di salute o di malattia del lavoratore. Il controllo delle assenze per infermità e la valutazione dell’idoneità fisica al lavoro può essere compiuta dal datore di lavoro solo per il tramite degli enti pubblici a ciò deputati.

La normativa emergenziale ha inciso sull’art.5 dello Statuto, derogando ad esso. 

Infatti, il protocollo del 14.03.2020 – il cui contenuto è stato incorporato nel D.L. 19/2020, prevede che “il personale, prima dell’accesso al luogo di lavoro potrà essere sottoposto al controllo della temperatura corporea. Se tale temperatura risulterà superiore a 37,5° non sarà consentito l’accesso sui luoghi di lavoro”.

Allo stato attuale, però, manca per i test sierologici la stessa copertura legislativa: rimane, quindi, precluso al datore di lavoro effettuare test diagnostici sui dipendenti. 

L’intervento del Garante della Privacy

Sull’argomento è di recente intervenuto il garante per la privacy, con 2 FAQ pubblicate sul sito www.garanteprivacy.it che ha chiarito a quali condizioni.

Il Garante ha fornito indicazioni per un corretto utilizzo dei dati personali da parte della pubblica amministrazione e imprese private e ha chiarito quali sono i presupposti per l’effettuazione dei test sierologici per il COVID-19 sul posto di lavoro.

Secondo il Garante, il datore di lavoro può richiedere ai propri dipendenti di effettuare test sierologici solo su richiesta dal medico competente o di altro professionista sanitario in base alle norme relative all’emergenza epidemiologica.

L’Autorità, inoltre, ha precisato che le informazioni relative alla diagnosi o all’anamnesi familiare del lavoratore non possono essere trattate dal datore di lavoro (ad esempio, mediante la consultazione dei referti o degli esiti degli esami). Il datore di lavoro deve, invece, trattare i dati relativi al giudizio di idoneità del lavoratore alla mansione svolta e alle eventuali prescrizioni o limitazioni che il medico competente può stabilire.

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