Morte del copilota e volo cancellato: è circostanza eccezionale?

Cosa succede se poco prima della partenza di un volo muore il copilota? Se la prima cosa che ti viene in mente è che il volo venga cancellato ti consiglio di leggere questo articolo per essere sicuro che, in futuro, se dovessi vivere una situazione simile tu sappia quali sono i tuoi diritti.

Spoiler: se muore il copilota prima della partenza il volo non deve essere cancellato, parola di Corte di Giustizia europea.

Morte del copilota e volo cancellato: è circostanza eccezionale?

Il caso che ha portato all’enunciazione del principio secondo cui la morte improvvisa del copilota non comporta la cancellazione del volo che questi avrebbe dovuto pilotare è finito davanti alla Corte Europea sulla base una questione pregiudiziale sollevata dal Tribunale del Land di Stoccarda.

La domanda dei giudici tedeschi era semplice: può essere considerata una circostanza eccezionale la morte del copilota prima della partenza di un volo?

Secondo la Corte europea la risposta è semplice: no. Con una sentenza pronunciata l’11 maggio 2023 i giudici hanno stabilito che la morte di un membro del personale navigante è da considerarsi – e, pertanto, da trattare – come un’improvvisa malattia del lavoratore che comporta, per la compagnia aerea, l’obbligo di essere pronta per una sostituzione che consenta la regolare operatività del volo come da programma.

Anche nel caso più grave della malattia, ossia l’evento morte, il vettore ha l’obbligo di assicurare la presenza di un altro addetto alla medesima mansione che garantisca l’esecuzione del volo programmato.

Morte del copilota e volo cancellato: che risarcimento spetta ai passeggeri?

Una volta chiarito che la morte del copilota – e di un qualsiasi altro membro dello staff di bordo – non rappresenta una circostanza eccezionale, e che pertanto si garantisce ai passeggeri che si sono visti cancellare il volo senza il necessario preavviso il diritto di essere risarciti, serve rispondere a un’altra domanda: a quanto ammonta il risarcimento?

Secondo la Corte europea se il vettore non si è premunito di avere un piano B nel caso di malessere (o morte) di un pilota, e se questo comporta la cancellazione del volo senza alternative, la compagnia aerea non solo dovrà risarcire integralmente il prezzo del biglietto pagato dai passeggeri ma dovrà anche effettuare il pagamento di una compensazione pecuniaria ai sensi dell’art. 7 del Regolamento CE 261/04.  

Diritto a compensazione pecuniaria: quando spetta

Nello specifico, la normativa europea all’art. 7 prevede che, i passeggeri interessati hanno diritto a ricevere una compensazione pecuniaria pari a:

  1. 250 EUR per tutte le tratte aeree inferiori o pari a 1 500 chilometri;
  2. 400 EUR per tutte le tratte aeree intracomunitarie superiori a 1 500 chilometri e per tutte le altre tratte comprese tra 1 500 e 3 500 chilometri;
  3. 600 EUR per le tratte aeree che non rientrano nelle lettere a) o b).

Nel determinare la distanza l’Europa ha puntualmente indicato come base di calcolo l’ultima destinazione “per la quale il passeggero subisce un ritardo all’arrivo rispetto all’orario previsto a causa del negato imbarco o della cancellazione del volo”.

Inoltre, “se ai passeggeri è offerto di raggiungere la loro destinazione finale imbarcandosi su un volo alternativo, il cui orario di arrivo non supera:

a) di due ore, per tutte le tratte aeree pari o inferiori a 1 500 km; o

b) di tre ore, per tutte le tratte aeree intracomunitarie superiori a 1 500 km e per tutte le altre tratte aeree comprese fra 1 500 e 3 500 km;

c) di quattro ore, per tutte le tratte aeree che non rientrano nei casi di cui alle lettere a) o b),

l’orario di arrivo previsto del volo originariamente prenotato, il vettore aereo operativo può ridurre del 50 % la compensazione pecuniaria” di cui abbiamo parlato poco sopra.

studio legale zambonin

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